Palenque – Misol Ha – Agua Azul!

Palenque-1 Dopo circa 18 ore di viaggio e 1080 Km secondo l'autista dell'ADO (la principale compagnia di trasporti via terra qui in Messico) sabato mattina sono arrivato a Palenque dove mi ha accolto un clima da 39 gradi e 89% di umidità. Per quel giorno avevo in programma di visitare immediatamente Agua Azul, ma il ritardo dei bus messicani, che somigliano parecchio ai ritardi dei treni italiani mi ha fatto cambiare subito i piani, facendomi optare per las ruinas de Palenque. L'impatto con quei colossi di pietra che più o meno hanno 1400 anni, devo dire che è stata da rimanere senza fiato. Queste enormi strutture, in ogni caso più piccole della piramide di Chichén Itzá e della piramidi del sole e della luna di Teotihuacan, le avevo viste prima solo in fotografia. Averle davanti agli occhi in quel momento mi ha fatto tornare in mente tutte le lezioni di storia di quando ero piccolo e quando non avrei mai potuto immaginare un giorno di poterle vedere con i miei occhi. Palenque non è il nome con cui i Maya chiamavano l'attuale sito archeologico, infatti il popolo Ch'ol che abitava quelle terra all'epoca della conquista spagnola, lo chiamava Otolum, che significa "terra con forti case". Da lì la traduzione in spagnolo come Palenque, che significa "fortezza". Otolum però è solo l'ultimo nome con cui veniva chiamato questo sito, prima ancora il suo nome era Lakam Ha, traducibile come "grandi acque", capitale dello stato di B'aakal (ossa), che ha conosciuto il massimo dello splendore durante l'età classica maya si cui il re più famoso fu K'inich Janaab' Pakal. Palenque-2 Dopo questa lezione di storia lasciamo l'afa e l'umidità del giorno per arrivare alla sera dove un incontro inaspettato mi stravolge l'inizio del viaggio, quello con Boodie, un veterano della guerra in Vietnam che ha deciso di lasciare gli Stati Uniti e vivere in Messico, a Palenque appunto. Tutto quello che ha è una vecchia radio con cui ascolta chissà cosa, una magliettina e un paio di bermuda rotti. Ogni mattina si alza e cammina rigorosamente scalzo due isolati per prendersi il caffè nel suo bar favorito. Non ha una casa, vive in un ostello di cui occupa due stanze: una per dormire e una come sala. Dorme per terra, non ha bisogno nemmeno di un materasso dice lui, non vuole televisione né auto. Negli Stati Uniti ha due figlie che non vede mai e che fa incazzare proprio per questo. È proprietario di due palazzi e un'impresa. È difficile inquadrarlo. Parlando con il proprietario della struttura e chiedendogli delucidazioni sulla sua vita, le parole scritte sopra sono tutto quello che riesco a scoprire, con un dettaglio in più: gli piace un sacco l'erba messicana. Per un periodo è dovuto tornare negli Stati Uniti per effettuare un'operazione agli occhi. Boogie spesso chiamava Guillermo, il proprietario e gli diceva: "Will (lo chiama così, all'inglese), dal telegiornale sento che le cose in Messico vanno male". "Come sempre Boodie, come sempre." Gli rispondeva Guillermo. "No Will, il telegiornale dice che le cose vanno male. Stanno prendendo un sacco di narcos, pensi che possa ancora trovare la mia erba?". Guillermo quando mi racconta tutto questo ride, non gli sembra possibile che la sua preoccupazione fosse la marijuana. Se gli chiedi: "Boodie, perché stai qua?" Lui risponde: "La città non fa per me, troppo rumore. Qui sono felice. Qui posso essere Boodie". Il giorno seguente lascio da parte la storia e mi immergo nella natura con la visita a Misol Ha e Agua Azul. Dei tour organizzati ti vengono a prendere in hotel e per 170 pesos (circa 8 euro) ti fanno fare in giro delle due cascate. La prima è famosa perché nel 1987 fu girata una scena di Predator, ma a parte questo dettaglio vale la pena visitarla perché lo spettacolo è incredibile. L'acqua che cade da un'altezza di circa 50 metri arriva in un piccolo lago in mezzo alla selva dove l'umidità la fa da padrone, ma per questo anche il verde. Misol-ha Le seconde sono famose perché oltre ad essere di una bellezza emozionante sono anche le più grandi di tutte il Messico (dato riferito e non verificato) e perché hanno un colore blu unico e caratteristico. Lasciando da parte la spiegazione tecnica, non posso che lasciarmi prendere dall'emozione personale e l'unico commento che posso dire è che è uno dei posti più incredibili che abbia mai visitato in vita mia. Non credo nel paradiso e tutte quelle cazzate là, ma se mai dovesse esistere deve essere qualcosa di molto simile alle cascate di Agua Azul, però con molto meno incivili irrispettosi della bellezza di quel posto unico al mondo. Agua-Azul Un'altra cosa incredibile di questi due giorni? La gasolinera nella carretera tra Palenque e Ocosingo in cui gasolinera era scritto a mano, la struttura era fatta di legno e fuori esposte come fossero scarpe in un negozio del centro c'erano le taniche di benzina. Purtroppo non sono riuscito a fare una foto ma è proprio come ve la state immaginando ora. Così si concludono i miei primi due giorni di viaggio per il sud-est del Messico e la prima parte della mia esplorazione del Chiapas. Mentre scrivo sono a Tulum, in Chiapas ci ritornerò qualche giorno passando prima per Chetumal e Bacalar. A San Cristobal de las casas cercherò di capire meglio il rapporto tra las indigenas del Chiapas e il resto della popolazione del paese, che per il momento mi è stata solo accennata ma merita di essere studiata un po' meglio. Il Chiapas è uno degli stati messicani più belli, ma anche tra i più difficili in cui la lotta tra Governo e indigeni è accesa e spesso porta a scontri che con un po' di tolleranza razziale forse potrebbero essere evitati. Per il momento è tutto, io intanto mi godo un po' di sole e il mare del Caribe messicano e al prossimo articolo che sarà proprio su ciò che sto vivendo in questi giorni e in queste ore. Nos vemos amigos!

Diario di bordo: 377 giorni dall'arrivo

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